Quella del monitoraggio energetico in azienda è un’attività spesso sottovalutata, se non del tutto ignorata. Moltissime imprese stimano ancora consumi e costi in maniera approssimativa, con valutazioni che derivano dall’esperienza o che si rifanno a modelli economici obsoleti, di decine di anni fa. I macchinari, nel frattempo, sono cambiati, così come le normative e le necessità di consumo.
A non mutare altrettanto rapidamente è la mentalità degli imprenditori: molti ancora ci chiedono quale possa essere l’utilità pratica di un monitoraggio energetico in azienda. Vi rispondiamo in questo articolo.
Monitoraggio energetico: conoscere l’azienda sotto un nuovo punto di vista
Siamo abituati a raccontare lo stato di salute di un’azienda attraverso il suo bilancio, il suo organigramma, l’elenco delle sue proprietà. Monitoriamo i flussi economici, l’andamento dei progetti, gli orari di entrata e uscita dei nostri dipendenti.
Sacrosanto, direte voi: ogni falla nel processo aziendale si traduce in una perdita economica; più stretto è il controllo, più facile l’individuazione dell’errore.
Eppure, quando si parla di efficientamento energetico, l’intero ragionamento viene meno. Ci accontentiamo di pochissimo: sapere, a fine mese, quanto abbiamo speso per le utenze. Senza dati certi su cui operare procediamo alla cieca, ci priviamo di tutta una serie di interventi migliorativi che potrebbero, in primis, ridurre i costi e ottimizzare i processi aziendali. Benefici – tanti! – persi la semplice assenza di informazioni.
Ecco spiegata, in poche parole, l’importanza del monitoraggio energetico. Un sistema in grado di misurare e tenere sotto controllo, qualsiasi grandezza o vettore energetico utilizzato dall’impresa: elettricità, gas, luce; ma anche parametri ambientali quali temperatura, luminosità, livello di co2.
Campi di applicazione e benefici
I sistemi di monitoraggio energetico possono trovare terreno fertile in tutti i settori, dall’industriale al terziario, dal civile alla gestione delle fonti rinnovabili, permettendoci di:
- operare a livello di efficientamento, individuando i processi e i macchinari più energivori. In fase iniziale, l’abbattimento dei costi può superare il 20%;
- automatizzare i processi, per gestire al meglio l’utilizzo dell’energia;
- trasformare l’energia in un centro di costo, quantificandola, al pari delle altre materie prime, in relazione a macchinari, impianti e prodotti;
- controllare a distanza qualsivoglia tipo di sistema, con una consistente riduzione di tempi e costi d’intervento. Parliamo di allarmi, circuiti di sorveglianza, impianti di riscaldamento, sistemi di ventilazione meccanica controllata, luci;
- introdurre processi di manutenzione predittiva (ad esempio: controllo e gestione delle anomalie) con conseguente abbattimento di costi e rischi;
- controllare il corretto funzionamento e la redditività dei macchinari individuando rapidamente i malfunzionamenti imputabili alla qualità dell’energia (cali di tensione, interruzioni, distorsioni derivanti da armoniche, etc.);
- monitorare redditività ed efficienza di eventuali impianti di produzione a fonte rinnovabile installati;
- rendere la produzione ecosostenibile e facilitare il processo di certificazione ambientale. Grazie a un’adeguata progettazione del sistema di monitoraggio, è possibile richiedere e ottenere fondi per efficienza energetica e certificazioni (ad esempio, Certificati Bianchi e ISO 50001);
- aumentare il comfort dei dipendenti e la salubrità degli ambienti con il controllo di temperatura, tasso d’umidità, luminosità, qualità dell’aria indoor.
Da questi esempi vediamo come un sistema di monitoraggio ben implementato non si limiti al semplice controllo dei consumi industriali, ma possa diventare un vero e proprio strumento di raccordo tra contabilizzazione, termoregolazioni, automazione e comfort.
Nei prossimi articoli scopriremo nel dettaglio funzionamento, normativa e agevolazioni legate all’installazione di un sistema di monitoraggio energetico in azienda.