In futuro, indipendenza energetica e autoproduzione saranno concetti sempre più familiari. Nei prossimi anni potremmo ritrovarci a pensare alla possibilità di installare un piccolo impianto produttivo nel nostro condominio o ufficio, magari approfittando dei numerosi incentivi in materia.
Quali sono le nostre opzioni? Il primo pensiero va subito al fotovoltaico, ma la realtà è che, sul mercato, esistono diverse soluzioni, sempre più competitive. Oggi ci interessiamo al mini-eolico.
Cos’è il mini-eolico?
Conosciamo bene i grandi generatori eolici che troneggiano nelle nostre campagne. Il mini-eolico, o eolico domestico, sfrutta gli stessi principi di funzionamento, adattandosi però all’edilizia residenziale. Oltre alle dimensioni più contenute, che permettono l’installazione sul tetto o in giardino, questi impianti operano con regimi di vento inferiori, generando una minore potenza elettrica.
Per essere più precisi, possiamo parlare di micro-eolico in riferimento a una potenza di 20 kw, e di mini-eolico per una potenza di 200 kw, sufficiente a soddisfare i consumi energetici di interi condomini e uffici.
Quali tipologie esistono?
Parlando di mini-eolico, la prima grande distinzione che possiamo fare è quella tra impianti ad asse orizzontale e impianti ad asse verticale.
L’impianto ad asse orizzontale è il più riconoscibile, simile nella struttura alle grandi pale eoliche cui siamo abituati. Composto da un aerogeneratore, pale di circa 3 metri e un timone posteriore per gestire i mutamenti direzionali delle correnti, può avere un’altezza compresa tra i 6 e i 20 metri.
Questo impianto, esteticamente più gradevole, è classificato come “poco invasivo”, sia per la ridotta rumorosità che per la semplicità e la velocità d’installazione. Richiede tuttavia ampi spazi liberi, dove il vento non incontra alcun ostacolo.
L’aerogeneratore ad asse verticale, di contro, presenta una struttura più complessa a fronte di prestazioni migliori. Si rivela infatti la soluzione ottimale in caso di turbolenze o cambi repentini di corrente.
Più efficiente degli altri modelli, si adatta anche a zone poco ventose, avviandosi anche un’intensità minima del vento di 2 metri al secondo. L’impianto ad asse verticale è privo di pale e timone, sostituite da strutture alternative, come quelle elicoidali. Tra tutti i modelli, è quello più compatto: può avere un’altezza da terra di soli 3 metri, rivelandosi ideale per l’utilizzo domestico.
Le tipologie di impianti appena descritte possono avere due diverse configurazioni: stand alone e on grid.
La struttura stand alone non è collegata alla rete elettrica, bensì a semplici batterie di accumulo, ed è ideale in caso di autoconsumo. La conformazione on grid, invece, prevede l’allaccio alla rete elettrica, ed è soggetta agli stessi benefici economici previsti per gli impianti fotovoltaici.
Quali sono i costi del mini-eolico?
Partiamo da una stima di massima. Un impianto mini-eolico chiavi in mano, ad uso di una villetta indipendente, può costare tra i 2.000 e i 5.000 euro. In questo scenario, la capacità di produzione non supererà i 5 kw. Teniamo però in considerazione che un impianto di questo tipo ha una vita media di 20-25 anni, il che rende la spesa ampiamente ammortizzabile.
La nostra famiglia tipo, infatti, consumerà circa 4000 kWh l’anno, con una spesa di 600 euro. Con questi dati, possiamo stimare un tempo di ammortamento di circa 6-7 anni, dopo i quali l’energia prodotta sarà interamente gratuita.
Qualora si decida poi di connettere l’impianto alla rete elettrica (configurazione on grid) la nostra famiglia potrà rivendere l’eventuale surplus di energia, riducendo ulteriormente i costi.
In questo esempio non abbiamo tenuto conto delle agevolazioni fiscali per acquisto di impianti e immissione in rete dell’energia prodotta. Poiché le normative in questo campo cambiano frequentemente, vi consigliamo di tenere d’occhio il nostro blog per prossimi aggiornamenti.
Dove installarli?
Un impianto mini-eolico, va da sé, andrebbe installato in un’area ventosa. Il sud Italia, le isole, le aree costiere centrali risultano le più indicate. Possiamo farci un’idea più precisa facendo riferimento all’Atlante Eolico del Territorio Italiano, realizzato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE).
Come regola generale, aree con una velocità del vento media annua inferiore ai 5 metri al secondo non sono considerate economicamente convenienti ai fini di un’installazione.
Alla consultazione dell’atlante dovrà poi seguire un’analisi anemometrica del territorio d’interesse. Solitamente le ditte specializzate in mini-eolico offrono un servizio di analisi gratuito, che porterà ad individuare anche il miglior sito per l’installazione dell’impianto.
Autorizzazioni: come muoversi?
Non esiste un iter identico per tutte le tipologie d’impianti, la trafila burocratica varia a seconda delle dimensioni e della potenza. In ogni caso sarà sempre necessario ottenere il permesso dell’autorità competente, che, a seconda dei casi, potrà essere il Comune, la Provincia o la Regione.
Ad oggi, per impianti fino a 60 KW la legislazione nazionale prevede una Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), che comporta la presentazione del progetto presso il comune di pertinenza. Questa procedura, che è quella da seguire in caso di impianto domestico, richiede circa 30 giorni per il completamento.
Al di sopra dei 60 KW, bisognerà invece fare domanda di Autorizzazione Unica alla Provincia competente.
Regole di buon vicinato
La normativa non prevede alcuna approvazione da parte del vicinato, indipendentemente dalla dimensione e dalla potenza dell’impianto. Benché avvisare i propri vicini non sia quindi un obbligo di legge, è comunque consigliabile. Un impianto mini-eolico può essere impattante dal punto di vista estetico e, in base al modello, rumoroso. Una comunicazione preventiva potrà mettervi al riparo da contestazioni e liti che potrebbero sfociare in richieste risarcitorie.