Disponibile dal 2013, meno conosciuto dell’Ecobonus: è il conto termico 2.0, l’incentivo sull’efficientamento dedicato alla Pubblica Amministrazione, ai privati e alle imprese.
Come sfruttarlo? La riposta in questo articolo.
Cos’è il Conto Termico?
Il Conto Termico è un incentivo economico diretto, pensato per favorire la diffusione della produzione da fonti energetiche rinnovabili e promuovere l’efficienza energetica del patrimonio edile esistente.
Erogato dal GSE, Gestore dei Servizi Energetici, il Conto Termico dà la possibilità di riqualificare il proprio edificio recuperando fino al 65% delle spese ammissibili sostenute.
Nel 2016 a seguito della semplificazione della procedura di accesso agli incentivi, il Conto Termico ha assunto la denominazione di Conto Termico 2.0.
Chi ha diritto ai contributi?
I soggetti beneficiari del Conto Termico 2.0. sono le PA e i privati, che possono operare direttamente o tramite ESCO.
Rientrano nel novero della Pubblica Amministrazione:
- Gli ex istituti autonomi;
- Le case popolari;
- Le cooperative iscritte all’albo;
- Le società a patrimonio interamente pubblico e le società cooperative.
Per privati, invece, intendiamo:
- Persone fisiche;
- Condomini;
- Imprese (ovvero soggetti titolari di reddito d’impresa o di reddito agrario).
Accesso diretto alle agevolazioni
Potremo accedere alle agevolazioni con procedura diretta, caricando, entro 60 giorni dalla fine dei lavori, i dati e la documentazione relativa all’intervento sull’apposito portale (Portaltermico). Sul sito del GSE troveremo tutte le informazioni e i moduli da allegare alla domanda. Il sistema genererà un contratto da stampare, sottoscrivere ed inviare con la richiesta Conto Termico.
Entro due mesi dall’approvazione della domanda riceveremo il finanziamento richiesto. Per somme inferiori ai 5.000 euro, il pagamento sarà effettuato in un’unica soluzione. In caso di cifre più alte, il rimborso sarà rateizzato (2-5 rate nel corso dell’anno, in base al tipo di interventi effettuati).
PA ed ESCO disporranno di un’ulteriore agevolazione: potranno “prenotare” l’incentivo ancor prima dell’inizio dei lavori. L’anticipo permetterà di ricevere un acconto preliminare e un successivo saldo al termine dei lavori.
Quali interventi danno diritto al finanziamento?
Dipende dalla natura del soggetto richiedente.
Le Pubbliche Amministrazioni potranno richiedere agevolazioni per l’ammodernamento dell’involucro e delle strutture in ottica di efficientemente energetico (interventi di tipo I) e per gli interventi volti alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili (tipo II)
Rientrano nel novero degli interventi di tipo I la coibentazione, la sostituzione dei serramenti e dell’impianto di illuminazione, l’installazione di schermature solari e l’introduzione di tecnologie di Building Automation. Per queste opere è previsto un rimborso del 40%.
Nel caso in cui i lavori di isolamento termico siano abbinati alla sostituzione o realizzazione di altro impianto (solare termico, pompe di calore o caldaia a condensazione), l’incentivo concesso dal Conto Termico per l’isolamento sale fino al 50%.
In ambito PA sono previsti anche incentivi per la trasformazione dell’edificio in un “nZEB”, ovvero una struttura a consumo energetico quasi nullo. In questo caso, il finanziamento potrà arrivare al 65%.
Le Pubbliche Amministrazioni potranno infine beneficiare di un rimborso totale per quel che concerne le spese di Diagnosi Energetica degli edifici e di produzione dell’Attestato di Prestazione Energetica, il cosiddetto APE.
Per tutti gli altri soggetti interessati (persone fisiche, imprese, condomini) i finanziamenti si concentrano solo sugli interventi di tipo II, ovvero sulla sostituzione degli impianti esistenti con tecnologie che sfruttino le energie rinnovabili. Nello specifico, saranno ammessi interventi per l’acquisto e l’installazione di pompe di calore per climatizzazione e produzione di ACS (acqua calda sanitaria), sistemi ibridi a pompa di calore, caldaie, stufe, termocamini a biomassa.
È bene sottolineare un concetto: la condizione per l’accesso al conto termico è che il nuovo impianto vada a sostituire completamente o in parte l’impianto di riscaldamento invernale. Unica eccezione, l’installazione ex novo di impianti solari termici, abbinabili a sistemi di riscaldamento e/o solar cooling (refrigerazione mediante energia solare), con incentivo specifico fino al 65%.
Attenzione: le percentuali che abbiamo riportato (40%, 50%, 65%) si riferiscono al contributo massimo erogabile. Non è detto, quindi, che per un intervento di sostituzione caldaia riceveremo indietro il 40% delle spese sostenute: il contributo esatto andrà calcolato secondo parametri specifici, tra cui la potenza dell’impianto, le caratteristiche tecniche dei macchinari, la zona climatica.
Meglio il Conto Termico o l’Ecobonus?
Il Conto Termico è molto meno popolare dell’Ecobonus, di cui invece si è discusso profusamente. Penalizzato in passato da una procedura burocratica troppo macchinosa, nella sua veste 2.0 si rivela invece un incentivo di facile accesso, al pari dell’Ecobonus.
Tra i due, tuttavia, esiste una differenza sostanziale: con il Conto Termico 2.0 riceveremo, nel giro di due mesi massimo un anno, parte del denaro speso per gli interventi; con L’Ecobonus avremo diritto alla sola detrazione fiscale sulle spese, ripartita in dieci quote nei dieci anni successivi all’intervento.
Se la nostra priorità fosse quella di ottenere un rapido ritorno sull’investimento, dovremmo sicuramente optare per il Conto Termico.
E se invece, volessimo ottenere il rimborso più alto?
In questo caso dovremo valutare altri fattori. Nel Conto Termico il rimborso è variabile e va calcolato tenendo conto anche della zona climatica di residenza. Ciò vuol che, a parità d’intervento, un richiedente di Bolzano riceverà un rimborso più alto di un cittadino romano o catanese. Con l’Ecobonus, invece, riceveremo una detrazione fissa, pari al 65%, a prescindere dalla zona di residenza.
Per chi volesse effettuare interventi in zone climatiche miti, dunque, l’Ecobonus potrebbe risultare più vantaggioso, nonostante i tempi di rientro più lunghi.