Oggi parliamo della più grande rivoluzione digitale dell’edilizia, un nuovo modello organizzativo e informativo di condivisione delle informazioni: il BIM, il Building Information Modeling.
BIM, progettare oltre le tre dimensioni
Il BIM è un modello informativo di una costruzione. Potremmo immaginarlo come una rappresentazione complessiva del manufatto, che comprende dati dimensionali, quantitativi e qualitativi.
Il Building Information Modeling raccoglie, in un unico modello, informazioni geometriche, energetiche, strutturali, termiche. Può essere paragonato a una rappresentazione a sette dimensioni, in cui alle tre dimensioni spaziali si aggiungono quella temporale, gestionale, economica, valoriale.
Per quanto evoluto, sarebbe tuttavia errato pensare al BIM “un semplice strumento”. Il Building Information Modeling deve essere considerato come una vera e propria metodologia di organizzazione e condivisione di informazioni, che accompagna l’intero ciclo di vita del manufatto, dalla progettazione, alla manutenzione fino alla dismissione.
Un aspetto fondamentale del BIM è, infatti, la sua natura di modello collaborativo, nato per supportare e, in qualche modo, “raccordare” tutti gli operatori del settore AEC. Le diverse professionalità interessate, grazie a piattaforme specifiche e open source, potranno inserire nel modello nuovi dati di propria competenza all’avanzare del progetto.
In tale accezione, il BIM connette le diverse discipline (progettazione architettonica, calcolo strutturale, progettazione impiantistica, etc.), conferendo, ad ognuna, valore aggiunto.
In un prossimo futuro – aggiungiamo – penseremo al BIM come ad un sistema di collaborazione senza soluzione di continuità tra team, sistemi processi e tecnologie.
Abbattere i costi di progettazione con il BIM
Le potenzialità di un modello BIM non si esauriscono nella raccolta di dati di diversa natura.
Attraverso questa tecnologia è possibile individuare immediatamente eventuali incongruenze strutturali, con la possibilità di effettuare modifiche in tempo reale. Il rischio di errori causati da rilavorazioni frequenti è ridotto così ai minimi termini. Sono i dati a parlare: uno studio di J. C. Cannistraro, svolto su 408 progetti statunitensi tra il 2003 e il 2009, ha dimostrato come l’applicazione di sistemi BIM abbia permesso di abbattere i costi derivanti da errori in fase di progettazione, passati dal 18% al 2%.
Digital twin e manutenzione predittiva
In un prossimo futuro, grazie al BIM, sarà possibile realizzare digital twin, ovvero copie virtuali, di costruzioni esistenti. Non si tratta di un esercizio di stile: le potenzialità di questi modelli sono pressoché infinte.
Con i digital twin potremo simulare, in ogni momento, il comportamento di una struttura sottoposta a diverse sollecitazioni. Non è tutto: il modello virtuale diventerà vitale per i processi di value engineering, permettendo di valutare in maniera assolutamente oggettiva quale tipologia d’intervento sia più efficace.
Allarghiamo ulteriormente l’orizzonte. Presto sarà possibile far “dialogare” l’edificio reale con il suo modello virtuale a scopo predittivo e manutentivo.
In questo scenario, grazie a sensori e IOT (internet of things) la struttura potrà raccogliere un vastissimo numero di dati e informazioni, processati in real time e trasmessi al gemello digitale, che restituirà una panoramica fedele dello stato della struttura. Maggiore sicurezza (si pensi solo alle potenzialità nel controllo del sistema infrastrutturale pubblico), ma anche enormi possibilità di migliorare il margine di efficientamento energetico di qualsivoglia edificio, in maniera costante e continua.
Grazie a BIM, IOT e AI, diventeremo presto testimoni della rivoluzione industriale 4.0, quella del passaggio dal fisico al virtuale, dall’atomo al bit. Non è sbagliato dire che assisteremo alla costruzione – o forse, progetteremo noi stessi – edifici destinati a entrare nella storia dell’architettura e dell’ingegneria.