La legge di Bilancio per il 2021 ha introdotto una serie di novità, tra cui quelle riguardanti l’installazione delle colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici plug-in.
Nonostante il mercato in forte espansione (+207% di unità vendute nel 2020), l’assenza capillare di punti di ricarica disincentiva molti utenti a passare all’elettrico.
Allo stato attuale, in assenza di un piano di sviluppo a livello nazionale, l’installazione di colonnine di ricarica casalinghe rappresenta un’ottima soluzione alternativa, se non la migliore. L’auto, passando molte ore nel box o nel parcheggio condominiale, potrà ricaricare lentamente, con una totale autonomia per il giorno successivo.
Cosa si intende per infrastrutture di ricarica?
Quando parliamo di infrastrutture di ricarica, il nostro pensiero va immediatamente alle colonnine che vediamo istallate lungo i marciapiedi.
In realtà, esistono numerose soluzioni per la ricarica, più compatte e smart; la scelta dipenderà principalmente dalla configurazione della nostra abitazione.
In un edificio singolo unifamiliare opteremo per una wallbox, ovvero una soluzione di ricarica a parete, compatibile con tutti i modelli di auto elettrica, simile ad un grosso – e più complesso – caricatore. In base al modello – e al costo – la wallbox potrà fornire importanti funzionalità accessorie, come la programmazione della ricarica in base al costo orario dell’energia elettrica, informazioni sullo stato della ricarica, consumo e costo delle ricariche effettuate.
Negli edifici condominiali, invece, soprattutto se privi di parcheggio comune coperto, sarà necessario optare per configurazioni diverse, ad esempio un collegamento diretto tra colonnine di ricarica ed Ev.
Cosa prevede la normativa aggiornata al 2021
Partiamo dalle basi, l’installazione di infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici è classificata, ai fini del Superbonus 110%, come intervento trainato. Ciò vuol dire che potrà essere eseguito solo a seguito di un intervento trainante che garantisca il salto di due classi energetiche o il miglioramento del rischio sismico dell’intero edificio. Qualora si verifichino tali presupposti, l’intervento sarà detraibile al 110% (5 quote annue di pari importo). Sempre disponibili anche le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito.
Passiamo ora ai dettagli tecnici, a partire dai massimali di spesa.
Ad oggi, grazie alle modifiche apportate dalla legge di Bilancio, i limiti di spesa sono stati aumentati, con una differenziazione tra condomini e edifici unifamiliari:
- fino a 2.000 euro per l’installazione della colonnina per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti;
- fino a 1.500 euro per gli edifici plurifamiliari o i condomini per un numero massimo di otto colonnine, che scendono a 1.200 euro per le colonnine successive alle prime otto.
L’agevolazione si intende riferita a una sola colonnina di ricarica per unità immobiliare.
Nel conteggio delle spese sono inclusi acquisto, installazione e costi iniziali per la richiesta di potenza addizionale, che non superi i 7 kilowatt.
I sistemi istallati dovranno rispondere a determinati criteri, ovvero l’essere dotati di uno o più punti di ricarica di potenza standard (minore di 22 kW in AC) e non essere adibiti ad uso pubblico.