Skip to main content

Ma le rinnovabili sono veramente sostenibili? Il confronto con le fonti non rinnovabili sembra lasciare poco spazio alle perplessità, ma la questione rimane, perché anche per le fonti rinnovabili si pongono problemi di sostenibilità sia in termini ambientali che economici. Analizziamo gli aspetti da considerare e le possibili strategie per andare verso la circolarità delle rinnovabili, per una piena sostenibilità.

La (non) circolarità delle rinnovabili

Le fonti di energia rinnovabili sono ben più sostenibili delle fonti di energia non rinnovabili: come si dice, fino a qui non ci piove. La questione della piena sostenibilità, sia in termini ambientali che economici, rimane però anche qui, perché non possiamo ancora parlare di circolarità delle rinnovabili.

A mano a mano che cresce l’utilizzo delle rinnovabili, infatti, cresce anche il numero di apparecchiature che arrivano alla fine del loro ciclo di vita, diventando rifiuti. L’applicazione dei principi dell’economia circolare a questo settore potrebbe fornire la strategia vincente per giungere a una sua piena sostenibilità.

L’eolico

837 GW installati a livello globale, per un totale di 1,2 miliardi di tonnellate di CO2 evitate. Sono i numeri dell’energia eolica, che ha vissuto e sta ancora vivendo un’enorme crescita: si stima che nei prossimi cinque anni verranno aggiunti circa 540 GW di potenza alle reti elettriche.

D’altro canto però, stando alla vita media di una turbina eolica (25 anni), l’industria eolica si troverà a dover gestire enormi volumi di rifiuti provenienti dalla filiera di generazione: l’Università di Cambridge ha calcolato che entro il 2050 saranno pari a 43 milioni di tonnellate. La buona notizia è che, seguendo gli opportuni percorsi di gestione, la percentuale di riciclo delle turbine eoliche potrebbe aggirarsi intorno all’85% dei materiali originali

Il fotovoltaico

Anche l’energia solare ha conosciuto una crescita esponenziale negli ultimi vent’anni. La capacità installata a livello globale è passata da poco più di 1 GW nel 2001 a 940 GW nel 2021, ed entro la metà di questo secolo ci si attende che supererà gli 8,5 TW. 

I moduli fotovoltaici classici hanno una vita media di 20-25 anni, mentre si arriva ai 30-35 per i prodotti più recenti ed evoluti. Nel giro di poche decine di anni, dunque, anche l’industria fotovoltaica si troverà a dover gestire grossi quantitativi di rifiuti: le stime di IRENA (Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili) parlano di 60–78 milioni di tonnellate di moduli da smaltire entro il 2050. Se reimmessi nel mercato, però, questi volumi potrebbero generare un valore economico di più di 15 miliardi di dollari.

L’energy storage

L’accumulo energetico ricopre oggi – e sempre più ricoprirà in futuro – un ruolo cruciale per soddisfare il fabbisogno energetico. Tra le principali sfide della transizione energetica, infatti, vi è proprio la questione di garantire i volumi di energia richiesti in maniera continuativa, un problema reale data la natura non costante delle rinnovabili.

Conseguenza diretta sono, però, le circa 60 mila tonnellate di batterie esauste che il nostro paese produrrà entro il 2030, un volume di rifiuti che richiederà forse di ripensare da zero l’intero approccio alla progettazione del prodotto. 

Verso una piena sostenibilità?

Quella della circolarità delle rinnovabili è ancora una questione da risolvere: l’importanza di recuperare apparecchiature e materiali e di reintrodurli nel ciclo produttivo è evidente, ma purtroppo capacità e tecnologie sono ancora limitate. 

Alcune prime ma concrete linee guida verso una piena sostenibilità e circolarità delle rinnovabili ci arrivano da AEA (Agenzia Europea dell’Ambiente):

  • considerare il potenziale di riciclo e riuso dei materiali come principio guida nella progettazione delle apparecchiature;
  • allungare la vita delle infrastrutture attraverso manutenzione preventiva, riparazione e aggiornamento dei componenti;
  • adottare passaporti digitali delle apparecchiature, per fornire informazioni sui materiali costitutivi;introdurre criteri per il contenuto minimo di materiale riciclato nei nuovi prodotti;
  • attuare standard europei per il trattamento dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) per garantire materiali riciclati di alta qualità.